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Le interviste e le recensioni

Intervista Guglielmo Mattei

a cura di Martina Paolantoni

In occasione della collettiva “Giovani Talenti” seconda edizione organizzata dalla UCAI Sezione di Roma alla Galleria Della Pigna di Roma dall’11 al 21 Gennaio 2023 abbiamo incontrato i protagonisti della rassegna per svelare i loro segreti e le emozioni che hanno dati vita alle loro opere.

 

Guglielmo Mattei vincitore del I Premio La Pigna (C. Marraffa) categoria under 35 presenterà una mini personale con cinque opere della serie Arboreto romano.

Un breve profilo dell’uomo e dell’artista Guglielmo Mattei

Guglielmo Mattei (Roma 1988) è sia pittore che professore di Lettere.

Dopo aver conseguito il dottorato in Letteratura Latina nel 2017, insegna Latino e Greco presso il Liceo ‘Giulio Cesare’ di Roma. La pittura rimane tuttavia la sua più antica e grande passione, fin da quando conobbe l’arte con il nonno e il papà.

Allievo del maestro Elio Mazzella, dal 2014 in poi ha esposto in numerose mostre personali (Galleria “Arte & Dintorni” di Napoli, 2015; Anticafè’ di Roma, 2016; Chiostro degli Agostiniani di Bracciano, 2019; Villa Mergè di  Frascati, 2020) o collettive (tra le altre sedi: Galleria ‘Vittoria’ di Roma, RAW 2018; Palazzo Chigi di Soriano nel Cimino, 2019; Palazzo Ducale di Tagliacozzo, 2020; 1ª Biennale d’Irpinia, Montella, 2021).

Tra il 2017 e il 2019 ha portato avanti due ricerche parallele: da una parte, ha approfondito l’indagine della realtà con opere prettamente figurative, giungendo nel maggio del 2019 a illustrare la guida ufficiale dell’evento ‘Cortili aperti Roma’, a cura di ADSI, con esposizione delle opere a Palazzo Malvezzi Campeggi; dall’altra, si è incamminato verso orizzonti più informali con la serie Sopravvivenze, giungendo ad essere ammesso a tre edizioni del Porticato Gaetano (XXIX-XXXI) e vincendo la I edizione del “Rospigliosi Art Prize” di Zagarolo, categoria “Under 30” (2018) nonché la I edizione del concorso ‘Cammini di fede’ presso l’Abbazia di Grottaferrata (2019).

A partire dal 2020 si è concentrato sulla produzione figurativa, con le serie dei Paesaggi romani, dei Mesi a Roma, degli Estivi, dei Ritratti sospesi.

Nel 2020 è ammesso alla 47ª edizione del ‘Premio Sulmona’. Nel giugno 2021 partecipa alla 115ª edizione dei ‘Cento Pittori di Via Margutta’, mentre a ottobre vince il XXXI Premio ‘La scaletta’ di Velletri (RM).

Nel 2022 espone con la Galleria ‘Vittoria’ di Roma (personale a marzo: FRAGMENTA; 2a Edizione di ‘Arte in Nuvola’ a novembre; tripersonale ‘Voyeur’ a dicembre); vince nella categoria Under 35 al I Premio ‘La Pigna’; cura con Stefano Volpe la II edizione della Biennale d’Irpinia (Montella, Mu.Ca.M., 17-19 novembre 2022).

Vive e lavora a Roma.

Da dove nasce sua pittura, come nascono i suoi quadri?

La pittura nasce da un’urgenza che mi accompagna fin da quando ero molto molto piccolo; un’urgenza che è stata instradata prima da mio nonno Massimiliano, pittore non professionista morto purtroppo la scorsa estate; in seguito dal maestro napoletano Elio Mazzella, che mi ha provvidenzialmente ‘scoperto’ e avviato nel non semplice cammino di un artista in erba.

Indago la realtà come un palcoscenico quasi metafisico per storie solitarie, e mi interrogo allo stesso tempo sulle potenzialità di una pittura figurativa che si frammenta ed è tentata dall’astrazione.

Quali messaggi è possibile leggervi?

Il mio è un ‘realismo esistenziale’, per citare la presentazione della prof.ssa Clara Rech alla mia personale FRAGMENTA; dunque, cerco di mostrare luoghi (principalmente urbani, nello specifico romani) o uomini e donne (nei ritratti) come colti in un momento ben preciso dell’esistenza, della loro storia, e per questo in grado di sprigionare un senso più profondo, altro, colmo di solitudine, o inquietu-dine, o consapevolezza, o – raramente – serenità.

I suoi colori esprimono anche stati d’animo?

Senz’alcun ombra di dubbio (vedi risposta precedente); ancor più che i colori, le ombre e le luci.

C’è qualcuno che ha ispirato la sua pittura, un padre spirituale?

Mio nonno Massimiliano; mio padre Filippo (grande conoscitore di Arte); il maestro Elio Mazzella; i tanti artisti che ho conosciuto nel corso degli anni; i grandi Maestri del passato, cui continuo a tornare con inesausta ammirazione.

Oggi espone una piccola mostra personale “Arboreto Romano”. Cosa, di un suo dipinto, mette meglio a fuoco la sua personalità artistica?

Il connubio tra figurativo quasi tradizionale (ispirato dalla Scuola Romana della prima metà del XX secolo) e frammentazione inquieta e beffarda del supporto pittorico.

Oltre alla passione per la pittura lei insegna latino e greco al famoso liceo classico Giulio Cesare di Roma. Come riesce a conciliare ruoli tanto diversi?

Sono un professore di Latino e Greco al Liceo ‘Giulio Cesare’ di Roma e l’insegnamento mi dà tantissimo. Ritengo pertanto che l’insegnamento e la pittura si nutrano a vicenda, si arricchiscano, si trasmettano l’un l’altra passione, calore, voglia di migliorarsi, affinamento della sensibilità – e, naturalmente, un senso di grande riconoscenza verso la vita (o, se si vuole, Dio).

Professore cosa si attende dopo questa mostra?

Proseguire la mia ricerca e continuare ad esplorare il cosiddetto sistema dell’Arte.

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