a cura di Martina Paolantoni
In occasione della collettiva “Giovani Talenti” seconda edizione organizzata dalla UCAI Sezione di Roma alla Galleria Della Pigna di Roma dall’11 al 21 Gennaio 2023 abbiamo incontrato i protagonisti della rassegna per svelare i loro segreti e le emozioni che hanno dati vita alle loro opere.
Giulia Pissagroia partecipa con l’opera La morte di Narciso


Un breve profilo della donna e dell’artista…
Ho sempre coltivato una particolare inclinazione per le arti figurative in genere. Una passione che si è ben presto trasformata in qualcosa di più. Esprimermi con le immagini, con i colori, sperimentando stili e materiali, è diventata una necessità al punto che ho voluto farne una professione. Ho studiato prima architettura, poi mi sono diplomata in grafica pubblicitaria presso la Scuola Internazionale di Comics e ho lavorato per 10 anni come art director e grafica in una casa editrice. Oggi ho deciso di vivere appieno la mia passione dedicandomi esclusivamente a fotografia e pittura. Fortunatamente sono arrivate anche le prime soddisfazioni. Ho partecipato alla Rome Art Week 2022 con la mostra personale “Sensus fugit”, presso il Laboratorio Fotosciamanna a Roma e a due mostre collettive presso la Galleria Monogramma di Roma (“Scatti 2 – Street” e “Scatti 3 – Dettagli dell’arte”). Ho ricevuto una menzione d’onore Gold per il Budapest International Foto Awards 2022, con il progetto “Non ci siamo” e sono arrivata tra i finalisti del Tokyo International Foto Awards 2022 con lo scatto “Gabbie mentali”.
Da dove nasce la sua pittura, come nascono i suoi quadri?
Le mie opere, sia fotografiche sia pittoriche, scaturiscono essenzialmente da due esigenze inscindibili: quella di dare un volto al mio mondo interiore rendendolo così tangibile e concreto, e quella di tradurre la realtà, astraendola, mettendo così una certa distanza tra me ed essa. È per questo motivo che la mia ricerca si focalizza per lo più sull’astrazione della realtà, per come la percepisco e per come la vedo, utilizzando diverse tecniche: la pittura, la fotografia macro astratta, la fotografia ICM (Intentional Camera Movement), oltre che la street photography, che essendo una tecnica del tutto complementare va a colmare il vuoto che l’astrazione lascia inevitabilmente dentro di me, nel mio piccolo “cosmo” di emozioni e interpretazioni. Forse l’astrazione è per me una sorta di difesa. Dico “forse” perché la mia è essenzialmente una ricerca, il mio subconscio è indubbiamente più forte della mia parte razionale ed esige una lettura del mondo mediata attraverso espressioni artistiche che possano concretizzare quello che provo, o meglio, come vivo.
Oggi espone più opere. Quali messaggi è possibile leggervi?
La comunicazione visiva è fondamentale per esprimere le mie sensazioni e le mie emozioni e spero che la mia visione del mondo possa suscitare emozioni anche nello spettatore. Ovviamente non necessariamente le stesse, ma questo fa parte del gioco, fa parte di ogni forma di comunicazione, sia verbale che non, e quindi della diversità tra gli esseri umani, ed è proprio per questo che un auto-arricchimento non può prescindere da un confronto con il prossimo. Il mio intento è quindi quello di rendere evidenti i punti di congiunzione tra le persone, ma anche le divisioni, che sono dettate dalle differenze psicologiche, emotive e culturali. Sono convinta che non sia necessario avere le stesse idee o lo stesso modo di “sentire” per capirsi e rispettarsi. O almeno credo ci si debba provare.
I suoi colori esprimono anche stati d’animo?
I colori sono alla base della rappresentazione delle emozioni. Sarà sempre così e sono certa di non aver inventato nulla di nuovo. Si tratta proprio di un mezzo che l’uomo ha per comunicare e capire l’altro e ciò che ha intorno. Credo che questo derivi comunque dai colori presenti in natura, la lettura dei quali risulta un meccanismo innato e insito nell’inconscio, non c’è bisogno di studiarli per capirli (sebbene io lo abbia fatto durante i miei anni alla scuola di Grafica!).
C’è qualcuno che ha ispirato la sua pittura, un padre spirituale?
Sono sempre stata affascinata dall’immediatezza del gesto dei pittori espressionisti, in primis Van Gogh. Ma anche dalle ombre profonde di Caravaggio. Due modi di comunicare così distanti tra loro, ma entrambi così potenti! La stessa influenza di questi pittori posso riscontrarla nei miei lavori, o almeno mi piace pensare che sia così. In questa mostra invece presento un frammento di un progetto che sto portando avanti da un paio d’anni, SYNAESTHESIA (qui in mostra “La morte di Narciso”), e che nasce dalla voglia di accostare due modi di interpretare la realtà che vedo. Questo si traduce in un’opera composta da due diverse tecniche rappresentative, ossia pittura e fotografia. Musa ispiratrice è stata la poesia Correspondances di Charles Baudelaire, di cui mi piace citare: “[. . .] Comme de longs échos qui de loin se confondent Dans une ténébreuse et profonde unité, Vaste comme la nuit et comme la clarté, Les parfums, les couleurs et les sons se répondent . . .”
Cosa, di un suo dipinto, mette meglio a fuoco la sua personalità artistica?
Senza dubbio l’immediatezza del gesto e i colori vividi. L’emozione che si concretizza di fronte a me nel momento della creazione della mia opera.
Oltre alla passione per la pittura, la fotografia e la grafica. Come riesce a conciliare questi interessi nella quotidianità?
In realtà tutta la mia vita verte sulla ricerca artistica. Non c’è giorno che io non mi dedichi ad essa, spaziando appunto tra fotografia, pittura e grafica. È in effetti impossibile per me separare l’arte da quello che faccio nella quotidianità, perché la percepisco come un modo di vivere, di esprimermi.
Cosa si attende dopo questa mostra?
In questo ultimo periodo mi sto dedicando anima e corpo all’arte. Quello che spero è di riuscire a farne una professione, del tutto. Finora ho avuto molte soddisfazioni e diversi riscontri positivi, ma in Italia, si sa, è difficile farsi strada in un mondo complesso. Difficile, ma spero non impossibile.