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Le interviste e le recensioni

Celebrare i 70 anni coast to coast: due chiacchiere con Massimo Catenacci

Di Francesco Ferracuti

Una avventurosa versione della Tirreno-Adriatico ha attraversato la nostra penisola lo scorso agosto per merito di un gruppetto di appassionati cicloamatori, che in sella sono arrivati da Roma ad Ancona nel giro di sei tappe. A tirare la volata il decano Massimo “Max”Catenacci, 70 anni
gioiosamente portati e una carica vitale da fare invidia ad un ragazzino, da cui mi sono fatto raccontare in pochi minuti questa esperienza.

Come vi è venuto in mente di farvi questa bella pedalata?
M: Il nostro è un gruppetto ormai bene affiatato di amici di varie età, che condividono la passione per lo sport e per la bicicletta, specie per il Cross Country. Io sono il più “vecchietto”, ma per fortuna tengo botta e insieme a Daniele, Federico, Giorgio, Marco e Roberto abbiamo pensato di
intraprendere questo piccolo tour di scoperta delle bellezze ambientali del Centro Italia.

Immagino allora che foste tutti ben attrezzati.
M: Assolutamente sì. Non solo il nostro è un allenamento costante durante l’anno, anche se per semplice passione, ma abbiamo curato con grande attenzione la mappatura chilometrica e altimentrica di ogni tappa, per evitare di compiere sciocchezze legate alla fatica eccessiva. La preparazione fisica e organizzativa deve sempre essere al centro di esperienze come queste. Essere sprovveduti non ha nulla di romantico, anzi è pericoloso e bisogna a tutti i costi evitare i rischi del dilettantismo superficiale. Alla fine abbiamo coperto quasi 500 chilometri (e con un dislivello di 2500 metri) godendoci ogni singolo colpo di pedale.
Quanto all’attrezzatura specifica, abbiamo impiegato delle Gravel Bike, varianti della Mountain adatte per percorrere anche tratti stradali, predisposte per caricare appositi bauletti in cui traspostare gli abiti per le trasformazioni “civili”.

Dunque c’è stato anche spazio per un turismo più, diciamo così, rilassato.
M: Certo! Nessuna forzatura. Raggiunta la tappa stabilita dopo una bella doccia corroborante gli abiti tecnici da ciclismo venivano lavati e messi ad asciugare, mentre si andava “in borghese” a cenare e recuperare energia. Ripeto, l’obiettivo non è mai stato quello di darsi arie da fenomeni, ma
sempre e comunque di divertirsi in piena sicurezza. Anche senza abbandonare la prudenza non ci siamo mai trattenuti nel gustare le bontà culinarie delle zone che abbiamo attraversato, rimanendo consapevoli dello sforzo importante che i nostri muscoli avrebbero affrontato il giorno seguente.

Raccontami il momento più duro e quello più piacevole.
M: Sapevamo che avremmo affrontato delle belle salite, dovendo valicare gli Appennini, come anche che sarebbe stato possibile incontrare del maltempo. E infatti in un paio di occasioni ci siamo fatti una bella doccia sotto la pioggia. Ma questi sono inconvenienti di cui tutti gli amanti della bici sono al corrente. Il momento davvero “tosto” è arrivato già alla seconda tappa, quando per arrivare a Ponticelli abbiamo dovuto caricarci le bici letteralmente a spalla per superare una salita assassina.
Ma siamo poi stati ripagati da tanti momenti di soddisfazione: nella zona di Chiusi abbiamo sfruttato la Ciclabile della Bonifica, attraversando paesaggi splendidi e soprattutto abbiamo fatto la scoperta della Ciclabile del Tevere. Nonostante sia ancora incompleta, si tratta di un agevole sterrato di 40 chilometri eccezionali lungo il primo corso del fiume, nel quale abbiamo addirittura potuto bagnarci. A quell’altezza il Tevere è poco più di un ruscelletto e a tutti noi è sembrato di compiere come un viaggio indietro nel tempo, di quando a Roma d’estate si nuotava nel fiume. Un
momento indimenticabile.

Allora immagino che tra poco sarete pronti per qualche altra avventura
M: Come ti accennavo, non riusciamo a stare fermi. Io poi seguo il proverbio “Non si smette di giocare perché si invecchia, ma si invecchia perché si smette di giocare.” Fosse per me, non avrei neanche smesso di lavorare, figurati; la pensione mi sta stretta. Il nostro gruppetto è appassionato, oltre che di bicicletta, anche di escursioni in trekking, sia estivo che invernale, quando si affronta la neve con le ciaspole. Ultimamente abbiamo anche “scoperto” l’Aquatrekking, che consiste nel
risalire tratti di corsi d’acqua come i salmoni, in alcuni punti perfino nuotando. Una cosa che va fatta in piena estate per evitare di congelare! (ride)

Grazie Max, confesso che vorrei avere io la tua forza di spirito!
M: E che te devo di’, io c’ho la sindrome de Peter Pan e non me la vojo cura’! Grazie a te e alla prossima!!

Di seguito , per chi fosse curioso, le tappe (a grandi linee) affrontate dai nostri amici, approssimativamente di un centinaio di km/giorno:
GIORNO 1 (14 agosto): Da Roma a Viterbo;
GIORNO 2(15 agosto): da Viterbo a Città della Pieve (Ponticelli);
GIORNO 3 (16 agosto): da Città della Pieve ad Arezzo;
GIORNO 4 (17 agosto): da Arezzo a Città di Castello;
GIORNO 5 (18 agosto): da Città di Castello a Urbino;
GIORNO 6 (19 agosto): arrivo ad Ancona e rientro a Roma in treno.
Foto di Francesco Vinci